Polemiche e verità sui documentari BBC

07.11.2016 01:38

I documentari naturalistici che ritraggono la vita e le abitudini di animali selvatici, sono in gran parte realizzati all’interno di parchi o aree protette. Soltanto in questo modo è possibile realizzare immagini tecnicamente e fotograficamente impeccabili che altrimenti richiederebbero anni e anni di appostamenti ed un enorme dispendio di mezzi tecnici ed economici. Le famose scene mostrate nei documentari targati BBC, non soltanto mostrano azioni e punti di vista impossibili da realizzare in un ambiente totalmente naturale, ma vengono impreziosite da impeccabili illuminazioni cinematografiche che soltanto in un set controllato è possibile realizzare. Negli ultimi anni l’emittente britannica, nota per la qualità dei suoi documentari naturalistici distribuiti in tutto il mondo, è stata attraversata da polemiche e scandali che ne hanno indebolito l’immagine e la credibilità. La BBC, infatti, è stata accusata di aver falsificato digitalmente le immagini di un documentario sulla Patagonia (Patagonia: Earth’s Secret Paradise). Alla fine l’emittente ha dichiarato di aver rielaborato e mixato le immagini delle eruzioni di due vulcani (una avvenuta nel 2011 e la seconda nel 2015) per rendere più spettacolare il risultato finale. Già nel 2011 le polemiche colpirono  il conduttore televisivo Sir David Attenborough che nella serie Bbc «Frozen Planet» si prestò a commentare le immagini, spacciate per vere, della nascita «in natura» dei cuccioli di un orso polare. Il tutto con pathos e trasporto mentre la scena era stata registrata all’interno di una falsa tana in un parco olandese, a migliaia di chilometri dal Polo. All’epoca Attenborough si difese sostenendo che «filmare la nascita di un orso polare nella natura è virtualmente impossibile». Non sarebbe immaginabile fare in altro modo, ha affermato una portavoce della nota emittente britannica. Sono necessarie «condizioni controllate» per una serie di ragioni, dalla salute degli animali alla sicurezza degli operatori che devono filmarli, fino all'accuratezza delle riprese. A far chiarezza sulla tecnica di ripresa adottata spesso nella realizzare di documentari naturalistici è Doug Allan, uno dei cameraman più famosi in questo settore, che ha lavorato con il conduttore televisivo Attenborough in programmi di grande successo come 'Blue Planet' e 'Frozen Planet', considerati come i migliori al mondo per i loro straordinari documentari. Resi così straordinari però anche dalle scene ricostruite. Allan ha rivelato come lui segua una precisa regola all'interno dell'emittente, secondo cui le scene che riguardano piccoli animali - il limite è rappresentato dai conigli - devono essere per forza preparate. «Gli animali devono sentirsi in un ambiente sicuro e questo può avvenire solo con una struttura pensata per questo tipo di riprese», ha affermato il cameraman. Queste tecniche sono le stesse usate nel tanto criticato documentario del 2011 che aveva scatenato tutta la polemica. Si vedeva un'orsa allo stato brado scavarsi una fossa nella neve e subito dopo la telecamera si spostava in quella che pareva essere la sua buca, mostrando la madre con i piccoli appena nati. Nel commento di Attenborough, che per questo è stato molto criticato, non si faceva menzione del fatto che la scena sotto la neve era stata girata in realtà in uno zoo. Ma lo stesso presentatore ha sempre difeso la sua scelta, affermando che spiegarlo agli spettatori avrebbe «rovinato l'atmosfera». Come ha detto lo stesso Allan, l'emittente avrebbe dovuto fare chiarezza fin dal 2011 sul fatto che questo è l'unico modo per fare ottimi documentari e andare fiera dei suoi standard.

Simone Lenzetti

Fonti consultate: La Stampa, Italy Journal