Paolo Villaggio - per Fellini “una ricchezza trascurata”
Di lui Federico Fellini disse, in due occasioni distinte, ‘Benigni e Villaggio sono due ricchezze ignorate e trascurate. Ignorarne il potenziale mi sembra una delle tante colpe che si possono imputare ai nostri produttori’. E poi. ‘(Paolo Villaggio è) un uomo evidentemente deciso a rovinarsi con le sue mani e siccome è bravo, vedrete che ci riuscirà a furia di partecipare a tutte le scemenze televisive possibili’. Federico Fellini colse bene l’oscillazione artistica di Paolo Villaggio, scomparso nelle scorse ore a 85 anni, icona che affascinò il cinema d’autore e allo stesso tempo corpo di una copiosa produzione commerciale, comunque in buona parte anomala e originale, a partire da quella generata dal suo personaggio più conosciuto. Le sue ‘tracce’ riminesi ne sono prova perfetta. Indimenticabile nei panni del prefetto Gonnella nel felliniano ‘La voce della luna’ e altrettanto famoso in quelli del pretore in vacanza Gildo Morelli, nel film di Sergio Corbucci campione d’incassi ‘Rimini Rimini’. Alto e basso, elitario e ‘da cassetta’, Villaggio è stato uno degli attori più popolari del cinema italiano. Artista poliedrico e versatile ha interpretato al cinema, in tv e in teatro personaggi indimenticabili, capaci di attraversare e catturare generazioni differenti. A partire da Giandomenico Fracchia e naturalmente il ragionier Ugo Fantozzi, personaggio prima letterario (il primo libro ha venduto oltre 1 milione di copie) e poi cinematografico, protagonista di una lunga e fortunata serie,entrata nell'immaginario collettivo grazie a gag e surreali e grottesche. Oltre ad aver interpretato queste celebri pellicole comiche, Villaggio ha lavorato con alcuni dei più importanti registi italiani. Lo ricordiamo, sui set di “Brancaleone alle crociate” di Mario Monicelli, “Non toccare la donna bianca” di Marco Ferreri, “Il segreto del bosco vecchio” di Ermanno Olmi, “io speriamo che me la cavo” di Lina Wertmuller e “La voce della luna” di Federico Fellini. Con l'ultimo film di Fellini, Paolo Villaggio, vinse il primo David di Donatello, come migliore attore, ex aequo con Gian Maria Volonté, altro indimenticabile “gigante” del nostro cinema. “La voce della luna” non è stata l'unica collaborazione con il grande Maestro riminese. Un anno prima della morte del regista, Villaggio fu protagonista dei tre spot girati da Fellini per la Banca di Roma, accanto a Fernando Rey e all'esordiente Anna Falchi. Il suo volto diventò, inoltre, il protagonista, della trasposizione in fumetto, ideata da Fellini con la collaborazione di Milo Manara, de “Il viaggio di G. Mastorna detto Fernet”, progetto felliniano mai realizzato, diventato con il tempo il “film non realizzato più famoso della storia del cinema”. Il fumetto uscì sulla rivista “Il grifo” nel 1992. Villaggio avrebbe dovuto partecipare anche a “Attore”, ultimo progetto al quale Fellini lavorò sino alla primavera del 1993. Avrebbe dovuto essere uno special televisivo della Rai ed era una riflessione sul mestiere e sopratutto sulla psicologia dell'attore. Nato come progetto corale, costruito grazie al contributo di molti attori, finì per concentrarsi , per volontà del regista, unicamente sulla figura di Paolo Villaggio. Un uomo intelligente, pigro, amante e curioso dell’arte e della vita. Del resto il suo personaggio ne ‘La Voce della Luna’ dice a un certo punto: ‘E’ solo la curiosità a farmi alzare la mattina’. Pare la sintesi di un’autobiografia.
Il ricordo dell’Amministrazione Comunale di Rimini in occasione della scomparsa del noto attore.
Pubblicato sul sito: www.federicofellini.it