La Radio Televisione della Svizzera Italiana (RSI) ridimensiona il personale a causa della crisi e del Covid

27.10.2020 02:09

La SSR – società editrice della Radio televisione della Svizzera italiana –  ha annunciato la scorsa settimana un piano di risparmio di 50 milioni di franchi supplementari entro il 2024, che prevede la soppressione di circa 250 posti di lavoro a livello nazionale. Per la Rsi ciò significa un ulteriore risparmio di 8 milioni di franchi e la riduzione di 45 posti di lavoro«Nel febbraio scorso, poco prima dell’inizio della pandemia, la già difficile situazione del mercato pubblicitario aveva richiesto l’introduzione di nuove misure di risparmio per il 2021 – spiegano i vertici dell’emittente in una nota – con la consapevolezza che, negli anni successivi, la tendenza del mercato non sarebbe migliorata. Nel frattempo l’emergenza Covid-19 si è tradotta, per tutti i media, in un importante calo dei ricavi pubblicitari e nella cancellazione o rinvio di eventi sportivi e culturali. 

La RSI, in quell’occasione, aveva annunciato il taglio di 12 posti di lavoro: 11 dei quali sono già stati realizzati grazie alla fluttuazione naturale e a pre-pensionamenti». Il nuovo piano di risparmio richiederà alla RSI la riduzione di ulteriori 34 posti di lavoro entro il 2024 e i licenziamenti non possono, ad oggi, essere del tutto esclusi. «La Direzione RSI – spiega l’azienda radiotelevisiva – affronterà la necessità di ulteriori tagli considerando la piramide anagrafica del suo personale, l’interesse delle sue collaboratrici e dei suoi collaboratori per pre-pensionamenti volontari e il potenziale di riconversione professionale presente in azienda. Questo anche grazie alle misure accompagnatorie che la SSR introduce in questa delicata fase e riguardanti, in particolare, la facilitazione del pre-pensionamento volontario e la creazione di un fondo di riconversione professionale. La composizione della piramide anagrafica in RSI indica che le fluttuazioni naturali (raggiungimento dei 65 anni di età) coinvolgeranno, tra il 2021 e il 2024, 70 collaboratrici e collaboratori. La RSI ha già introdotto, da quest’anno e sino al 2021, il congelamento dei posti di lavoro resi disponibili da pensionamenti e pre-pensionamenti e, per il biennio 2022-2023, adotterà un sistema di sostituzione ridotta, nell’ordine del 50%, dei pensionamenti ordinari. 

La RSI procede con determinazione nell’attuazione dei progetti di trasformazione, già annunciati lo scorso febbraio, per poter offrire a tutto il suo pubblico, entro pochi anni, un’offerta di qualità, in perfetto equilibrio tra l’offerta radiotelevisiva lineare classica e l’offerta digitale, nel pieno rispetto della Concessione e del proprio mandato di Servizio pubblico, adeguandola alle mutate modalità di produzione, distribuzione e di fruizione dei media, rispondendo alle nuove esigenze del pubblico e nel rispetto del nuovo quadro finanziario. Una trasformazione che considera la diminuzione dei posti di lavoro, con un’attenta revisione e ottimizzazione di tutti i flussi di lavoro in ogni settore dell’azienda, e che richiede al contempo di individuare nuovi profili professionali, con competenze oggi poco presenti in azienda. L’attenzione per i lavoratori non verrà meno, assicura Rsi: «La Rsi affronterà tutte le misure di risparmio necessarie tutelando il proprio personale ed evitando, per quanto possibile, il ricorso a licenziamenti, favorendo la non rioccupazione dei posti vacanti, i pensionamenti anticipati e la riconversione professionale».

 

Fonte: VareseNews